“Ho raccontato a Tim, che adora i pettegolezzi, il mio primo incontro con Robert Mapplethorpe. Mi fu presentato
un pomeriggio d’estate in King’s Road. Mi portò nel suo studio, dove viveva all’epoca e tirò fuori un voluminoso raccoglitore di fotografie di ragazzi prometeicamente incatenati alle rocce fra il ribollire delle onde del Pacifico. Passammo tre giorni a letto. Robert era spudoratamente ambizioso. Alcuni anni dopo, quando era ormai un fotografo famoso, mi passò accanto in un night-club e, senza nemmeno fermarsi, mi disse: ‘Io ho tutto quello che ho sempre desiderato, Derek. E tu, cos’hai?’. Non attese nemmeno la mia risposta. Quella è stata l’ultima volta che l’ho visto. Robert, lo scaltro spaciatore d’arte. (...) Non ho mai capito il suo successo. Ma al tempo del nostro incontro tutto questo non era ancora accaduto, e lui era pieno di curiosità. Trascorrevamo ore intere setacciando i mercatini dell’usato alla ricerca di oggetti per i suoi gioielli feticistici -teschi e dadi di vetro rosso. (...) Due ragazzi tutto sesso e lustrini a caccia
di pietre preziose. Oggi, purtroppo, non porto più gioielli, anche se tre giri di perle della mamma su un vestito grigio scuro mi donerebbero”. Martedì 2 gennaio 1990. da Derek Jarman. Modern Nature. Diario 1989-1990, Ubu libri.
Il bacio di celluloide di supergay.