• naturae

    Natura morta in memoria dell'Eroe
    Tecnica mista su carta fotografica, cm 92 x 62, 2004


    Azzoppato, il verso artiostesco, entra nella rosata foresta d’appartamento. Là, non sarà difficile apparecchiare storie salmistrate e sapori di gesso. Ma noi non avremo più vista. “Le cose intorno assecondano (...) La natura morta offre
    le sue trasparenze astratte. L’uomo le ignora, attratto da un pensiero forse doloroso, severo, si dirige verso un punto lontano che lui solo vede”. Lalla Romano. La treccia di Tatiana. Einaudi.
    Ma qui, tutti, sono usciti di scena. Tranne il liquido duro dei ricordi, ch’è difficile decifrare.
    Eppure hai l’impressione che il vero protagonista sia davvero l’occhio implicito dell’Autore, del regista occulto
    di questa sacra rappresentazione delle memorie, che vigila apprensivo. Rasente, alle soglie della crudele messa
    a fuoco bambina. Psicoanalisi oggettistica.

    M. Vallora