• cieli di bosco


                                      NOTE DELL'AUTORE
  • Il motivo per cui in molte favole e leggende il bosco ricorre come metafora di un ostacolo da superare, di uno stadio umano da cui emanciparsi, credo sia da ricercare nel mistero che il bosco naturalmente incarna.

    Perchè un bosco possa essere chiamato tale deve avere la caratteristica di provocare in noi la perdita di punti di riferimento. Se Pollicino recupera la propria via grazie ad uno stratagemma, questo funziona solo per ritornare indietro, al punto di partenza, non per affrontare l’imprevisto, per conquistare inediti risultati.

    L’assenza di riferimenti stabili quali un centro, rende il bosco il luogo ideale per fare di se stessi la meta.
    Immersi in una natura non condizionata si diviene l’origine e il fine dell’attraversamento. Al punto di poter credere che tutto quello che striscia, soffia, squittisce, spunta –stupisce e spaventa- cresce e muore, abbia un solo fine, strettamente connesso alla consapevolezza di chi lo testimonia.

    E’ quindi il bosco un materiale ricco anche di echi e rifrazioni per chi si ponga l’obbiettivo di attraversare la propria incertezza.

    Seguendo la speranza dello sguardo, l’obbiettivo della macchina fotografica invece, ricerca il cielo. Dal basso una verticale verso l’alto per scegliere il contrasto tra pieno e vuoto, tra fronde e luce. Con il naso all’insù si può girare su se stessi, mentre il cielo di bosco rimane sensato o insensato, privo com’è di un unico, giusto, punto di vista.

    La strategia visiva che utilizzo affinchè in queste fotografie rimanga impresso il mio sentimento del bosco è la stessa da molti anni e di diversi cicli di lavori.

    Stampate in bianco e nero le immagini vengono colorate e incerate, quindi fisicamente accartocciate come un foglio da gettare via. Riaperte su tela, conservano quell’ambiguità di segno caratteristica di chi e di cosa abbia subito un rifiuto a cui sia seguito un recupero: mantengono in sé la memoria di un danno e di un riscatto.
    Quindi, vita.