• hombres

  • Durante il xx secolo, e dopo le Avanguardie, l'immagine dell'arte si è man mano sfocata e indebolita.
    Mentre la scienza, nel bene e nel male (tanto bene e tanto male) , rappresenta le inquietudini e le speranze dell'uomo odierno, l'arte da una parte si è chiusa nelle profondità etico-estetiche della genialità creatività e dall'altra si è irresponsabilmente sospesa nella gestualità più banale. In entrambi i casi si avverte lontana dalle pulsioni del nostro tempo: come ranicchiata in un limbo.

    Dunque nessuna meraviglia se l'arte oggi, nonostante l'intensa rete di contenitori artistici, non occupa un posto importante nella nostra vita; poichè -nella stragrande maggioranza dei casi- non si occupa di nulla di importante.

    Per questo è con grande piacere che ritrovo nel lavoro di Luigi Billi le suggestioni e la carica simbolica che dall'arte mi aspetto, ritrovando delle vere presenze (Steiner dixit), e quella tensione che ci collega all'enigma della vita.

    Gli "Hombres" che ci vengono presentati, magie di una moderna lampada di Aladino, salutano, lavorano, lottano, parlano, offrono, soffrono, cercano, suonano, bevono, si disperano...nella loro proiezione più vera:
    l'ombra, che sempre ci accompagna e che con la sua distorsione ci mostra qualcosa che ignoriamo noi stessi.